Il termometro è un accessorio davvero indispensabile per misurare correttamente il grado di cottura degli alimenti ma può capitare che, nel bel mezzo di una grigliata, si debba ricorrere a metodi alternativi di valutazione.
Qual è il metodo empirico più efficace?
Ecco i consigli del nostro esperto Marco Agostini.
La bistecca è destinata a rimanere la regina incontrastata delle nostre grigliate, ma al contrario di altri alimenti, viene gradita dagli ospiti a diversi stadi di cottura: c’è chi la preferisce “al sangue”, chi ben cotta, chi “una via di mezzo”. Per offrirla allo stadio desiderato di cottura, è davvero indispensabile dotarsi di un termometro.
Il termometro infatti segnala l’innalzamento dei gradi interni della bistecca a cui corrisponde una maggior denaturazione delle proteine della carne, cioè una maggior cottura. Con il termometro puoi quindi stabilire in maniera oggettiva ed incontrovertibile il grado di cottura di una bistecca misurandone la temperatura al cuore.
Quali sono gli stadi di cottura e a quali gradi di temperatura interna corrispondono?
Il mio metodo ti consente di ricordarli in modo semplice. Partendo da 50° per la bistecca allo stadio minimo di cottura, saliamo di step di 4°:
- 50°= Rare, “al sangue”
- 54°= Medium rare
- 58°= Medium
- 62°= Medium Well
- 66° = Well Done, ben cotta
E se il termometro fosse rotto?
In questo caso (e solo in questo caso) ti consiglio di fare affidamento al cosiddetto “metodo delle dita”. Parti dal palmo aperto della mano e saggia la resistenza del muscolo flettore della mano (quello che vedi in foto). Unisci poi prima l’indice con il pollice, poi il medio con il pollice e in successione tutte le atre dita. Paragona la resistenza che senti al muscolo flettore alla consistenza della carne per valutarne lo stadio di cottura:
- Palmo aperto = Rare, “al sangue”
- Indice + pollice = Medium rare
- Medio + pollice = Medium
- Anulare + pollice = Medium Well
- Mignolo + pollice = Well Done, ben cotta
Capisci ora perché è INDISPENSABILE il termometro? 😉